Energia: a OMC Italia modello di best practice Oil&Gas

Posted on March 30, 2015


17:27  ROMA (MF-DJ)–Record per la XII edizione dell’Offshore Mediterranean Conference & Exhibition – OMC 2015 che si e’ chiusa oggi, al Pala De Andre’, di Ravenna con 20.000 presenze, il 35% in piu’ rispetto al 2013. Raddoppiato nell’arco di 10 anni anche il numero degli espositori: 687 (il 30% in piu’ rispetto alla passata edizione del 2013), provenienti da 34 Paesi non solo del Mediterraneo (Algeria, Egitto, Libia), ma anche dell’Africa Subsahariana (Congo, Angola Mozambico) e del Medio Oriente (Qatar) su un’area espositiva di 25mila mq, il 30% piu’ del 2013. Presenti tutte le maggiori Oil Companies europee, informa una nota, del Nord Africa e del Medio Oriente (Eni, Edison, Total, Shell, Sonatrach, EGPC, EGAS, NOC, Crosco, Ina, Qatar Petroleum). “Numeri importanti che confermano l’interesse dei Paesi del Mediterraneo verso la vetrina dell’oil&gas di Ravenna”, ha dichiarato il presidente di OMC 2015, Innocenzo Titone, chiudendo i lavori. “Da OMC 2015 gli operatori del settore e i rappresentanti dei Paesi produttori hanno confermato il loro impegno per lo sviluppo e la crescita dell’industria petrolifera, che negli ultimi 20 anni si e’ concentrata su ricerca, sviluppo, innovazione e nuove tecnologie per aumentare la sostenibilita’ delle attivita’ estrattive. Abbiamo i piu’ alti e restrittivi standard internazionali in campo di sicurezza – ha aggiunto Titone – ma abbiamo anche molte eccellenze tecnologiche italiane nel settore oil& gas”. Ma a fronte di un livello cosi’ alto di attenzione all’ambiente in nessun Paese al mondo esiste il divieto di estrazione fino alle 12 miglia dalla costa. E nonostante le grandi potenzialita’ di idrocarburi, dall’Alto Adriatico alla Sicilia, dalla Basilicata all’Emilia Romagna e la spinta del Governo Renzi per il raddoppio della produzione interna, in linea con la Strategia Energetica Nazionale (SEN), le attivita’ di ricerca offshore e onshore sono praticamente ferme. Nel 2014, la produzione nazionale di greggio e’ stata di 5,75 milioni di tonnellate, l’87% in terra di cui il 69 % in Basilicata e il 16 % in Sicilia e il 13% in mare, pari al 5% in piu’ rispetto al 2013; la produzione nazionale di gas e’ stata pari a 7,28 miliardi di m3, 67% in mare e 33% in terra di cui il 20% in Basilicata, pari al 6% in meno rispetto al 2013. dal 2009 che non si perfora alcun pozzo esplorativo a mare e l’ultimo a terra e’ stato perforato nel 2013, come e’ evidenziato nel Rapporto annuale della Direzione generale per le risorse minerarie ed energetiche del Mise, presentato a OMC 2015. Un Paese che non investe nella ricerca e’ un Paese dove l’industria petrolifera, che oggi vanta un primato di eccellenze tecnologiche, rischia di non avere un futuro. il grido di allarme lanciato a Ravenna dalle compagnie petrolifere presenti in Italia a fronte delle grandi potenzialita’ del settore. Non si arresta, invece, la ricerca per rendere sempre piu’ sicure le attivita’ che vede in prima linea lo Stato che opera in stretta collaborazione con l’Unione Europea. “I nostri impianti sono tra i piu’ sicuri al mondo”, ha detto il direttore generale per le Risorse minerarie ed energetiche del Ministero dello Sviluppo Economico, Franco Terlizzese, nella Sessione speciale Offshore Regulations and Technologies: 5 years after Macondo, in cui e’ stato fatto il punto sulle regolamentazioni messe in atto dai Paesi coinvolti in attivita’ estrattive (Italia, Cipro, Croazia) con riferimento alla direttiva europea, per evitare il ripetersi di episodi come quello del Golfo del Messico. “Insieme con le aziende petrolifere che operano nell’offshore – ha aggiunto Terlizzese – abbiamo promosso un sistema integrato di controllo degli impianti, delle strutture, delle condizioni ambientali in cui lavorano, per avere il punto zero della situazione di sicurezza e anche per quantificare come questa sicurezza aumenti in funzione degli interventi di miglioramento sugli impianti”. Tra le altre iniziative, un sistema integrato navale, aereo, satellitare per il monitoraggio giornaliero dello stato delle acque in Adriatico e’ stato messo a punto dal Mise in coordinamento con il Ministero dell’Ambiente per l’incremento della sicurezza nelle attivita’ degli impianti offshore, in attuazione dell’art 35 del Dl 83 del 2012. com/gug (fine) MF-DJ NEWS 2717:27 mar 2015

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