Voce del popolo 0110.2013 : Consolato di #Spalato: perché la chiusura?

Posted on October 2, 2013


spalato

 

ROMA | Dal senatore del Pdl Francesco Maria Amoruso è stata presentata al Senato un’interrogazione in cui si chiede al ministro degli Esteri italiano “di conoscere quali ragioni abbiano portato alla decisione di chiudere il consolato d’Italia a Spalato” e se “il ministro ritenga di avviare un’ulteriore istruttoria in merito”.

Prevedibili effetti negativi

Nell’interrogazione Amoruso segnala di aver ricevuto segnalazioni dagli italiani residenti a Spalato (Croazia) sui prevedibili effetti negativi che potrebbero scaturire dalla decisione annunciata dal MAE di chiudere il consolato d’Italia in quella città.

Intensa presenza di imprenditori

“Nella zona di Spalato – ricorda Amoruso – vi è un’intensa presenza di imprenditori italiani che, tanto più oggi, dopo l’ingresso della Croazia nell’Unione europea, necessitano di un appoggio e di un’assistenza concreta da parte del loro Paese; inoltre è notevole il numero di turisti italiani che ogni anno si recano, per periodi più o meno brevi, a Spalato e i dintorni; ricordando l’intensità e il valore storico dei legami che da sempre legano la Dalmazia all’Italia – scrive nell’interrogazione Amoruso – a parere degli italiani di Spalato l’annunciata revoca dell’iniziale decisione di chiudere anche il consolato d’Italia a Capodistria non può essere sufficiente a compensare i prevedibili disagi sopra delineati, in quanto la distanza tra quest’ultima città e Spalato è pari a quasi 600 chilometri; al ministero degli Affari esteri – ricorda poi Amoruso – è già stata mandata, per invitare gli organi competenti a rivedere questa decisione in base a motivazioni concrete, una lettera con allegate 3.180 firme raccolte tramite petizione, mentre ulteriori 1.000 firme sono state raccolte e verranno mandate; vi è poi – conclude il senatore Francesco Maria Amoruso – un’ulteriore considerazione di cui tenere conto in relazione alla necessità di mantenere a Spalato una presenza istituzionale dell’Italia di fronte ai contenziosi (in alcuni casi sfociati in sequestri da parte delle autorità croate) che periodicamente coinvolgono i pescherecci del nostro Paese nel Basso Adriatico”.

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